The Silent Sea: il commento alla serie fantascientifica made in Corea

The Silent Sea è una nuova serie fantascientifica Netflix Original sud coreana che trae origine dal corto sci fi di Chi Han-yang intitolato The Sea of ​​Tranquility. La prima stagione dello spettacolo, composta da otto episodi, è disponibile su Netflix già a partire dal 24 dicembre. Questa un breve commento.

The Silent Sea è stata diretta da Choi Hang-yang, scritta da Park Eun-Kyo e sceneggiata da Park Eun-Kyo. Nel cast Gong yoo, Bae doo na, Lee joon, Heo Sung Tae, Heo jung do, Lee joon hyuk.

La trama

La prima stagione, e per il momento unica, è ambientata nell’anno 2075, in una Terra oramai desolata e quasi priva dell’acqua, elemento fondamentale per la vita sul nostro pianeta. Per cercare di risolvere questo grave problema ambientale, causato dal riscaldamento globale, una squadra d’elite coreana viene inviata sul nostro satellite, alla ricerca di eventuali possibili indizi e soluzioni. Purtroppo i membri della squadra, durante la loro missione, si troveranno di fronte a misteriose situazioni e pericolosi imprevisti.

Il commento

Mannaggia sti coreani, ma dove vogliono arrivare?… sulla luna, mi sembra ovvio. Ed ecco che arriva sulla grande N, The Silent Sea, l’ultimo prodotto in ordine di tempo che mira a sconvolgere il mondo seriale.

Ok ok andiamoci piano, freniamo gli entusiasmi… pena, primo gioco di apertura dello Squid Game di inizio anno. A proposito, avete una bambola gigante? Non divaghiamo. Com’è allora, The Silent Sea?… una buona serie. Non buonissima.

Fantascienza, mistery, thriller, horror… tante strade, tanti ispirazioni, ma l’impressione forte che non si prenda mai una strada precisa e definita. Ci si gira intorno, e parecchio. Con immagini eleganti, visivamente bellissime, che non ci lasciano mai per tutto lo scorrere degli episodi che compongono la serie.

Vi dirò, la trama in se… è anche appassionante, ma credo fosse lecito aspettarsi qualcosa di più rispetto al drammone intimista che alla fine The Silent Sea si rivela. Sarà che avrei apprezzato maggiormente una “deriva” netta verso il genere (!), che un racconto con ambizioni tanto alte, sull’animo e psiche umana.

Conclusione

Da quando si rivelano i veri motivi dello sbarco, fino alla scoperta di tutta la parte (pericolosamente) scientifica, è come restare in un limbo caratterizzato da quel “ok, e allora?”. E la tensione che si respira sottopelle, l’inquietudine strisciante dello spazio dove ben sappiamo che nessuno può sentirti urlare, non trova mai un vero sbocco, una via di fuga autentica in grado di elevare The Silent Sea a qualcosa che poteva essere, e non è stato.

Il Trailer

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