Scoperti nuovi pianeti "fuori dal comune" (e dal Sistema Solare): cosa ci raccontano dell’universo?

Scoperti nuovi pianeti “fuori dal comune” (e dal Sistema Solare): cosa ci raccontano dell’universo?

Ecco cosa sappiamo degli ultimi esopianeti, di cu abbiamo avuto notizia nel mese di aprile 2025 – che sfidano le regole a cui eravamo abituati

L’universo continua a sorprenderci con mondi sempre più strani e affascinanti. Parliamo di Star Trek? Questa volta no, bensì della scienza, senza… “fanta”! Negli ultimi mesi, infatti, sono stati scoperti nuovi pianeti “fuori dal comune” dagli astronomi: trattasi di esopianeti – cioè pianeti fuori dal nostro Sistema Solare – che sfidano le regole a cui eravamo abituati. Ognuno di questi nuovi mondi ci mostra un volto diverso e inatteso del cosmo.

Tre notizie in un mese: scoperti nuovi pianeti diversie e affascinanti

La particolarità è che sono stati scoperti nuovi pianeti quasi contemporaneamente. Ma in realtà la quasi contemporaneità sta solo nella comunicazione al mondo di tali scoperti, dal momento che si sono concentrate tutte in una settimana, tra il 17 ed il 23 aprile 2025.

Un pianeta con l’orbita “storta”

Il primo trattasi di un esopianeta unico nel suo genere scoperto da un team internazionale di astronomi. Chiamato 2M1510 (AB) b, è un pianeta che ruota attorno a due nane brune (stelle mancate) ma lo fa in un modo mai visto prima: perpendicolare al loro equatore, come se girasse “in verticale” anziché in orizzontale. È il primo esopianeta con un’orbita polare – cioè che ruota attorno alle sue stelle ospiti in direzione perpendicolare al loro equatore – mai osservato. La scoperta è stata effettuata utilizzando lo spettrografo UVES installato sul Very Large Telescope (VLT) dell’ESO in Cile.

Questa osservazione conferma che orbite polari possono esistere e rimanere stabili, aprendo nuove prospettive sulla formazione e l’evoluzione dei sistemi planetari in condizioni estreme.

Un pianeta con la coda (da cometa)

Illustrazione artistica del pianeta BD+054868Ab mentre perde materiale durante la sua orbita attorno alla stella (Crediti: Jose-Luis Olivares, MIT)

Il secondo è la scoperta più “drammatica”: un esopianeta che si sta letteralmente disintegrando. È così vicino alla sua stella che il calore lo sta facendo evaporare. I materiali persi formano una coda luminosa, come quella di una cometa. Una scena spettacolare, ma che racconta anche il destino estremo che può toccare a certi mondi. Il pianeta, noto con la sigla BD+05 4868 Ab, ha una massa inferiore a quella di Mercurio e orbita circa 20 volte più vicino alla sua stella. È stato scoperto grazie al telescopio spaziale Tess della Nasa da un gruppo di astronomi guidato dal Massachusetts Institute of Technology, che ha pubblicato i risultati su The Astrophysical Journal Letters.

Un mondo tra oceani e idrogeno

Un’immagine artistica di K2-18b (Fonte: NASA)

Infine, una scoperta che non riguarda un nuovo pianeta, ma ciò che lo compone e le prospettive che aprirebbe. K2-18b, infatti, è già noto, ma oggi diventa più intrigante che mai. Scoperto nel 2015, si trova a circa 124 anni luce da noi, nella costellazione del Leone ed è più grande della Terra, ma più piccolo di Nettuno. I dati del telescopio James Webb hanno rilevato nella sua atmosfera gas come il metano e l’anidride carbonica, che potrebbero indicare la presenza di un oceano liquido sotto un’atmosfera di idrogeno. È ciò che gli scienziati chiamano un possibile “Hycean world”, un tipo di pianeta che – forse – potrebbe ospitare la vita.

Il James Webb Space Telescope sembra quindi darci conferma di potenziali indizi di attività biologica al di fuori del nostro Sistema solare. Ma, sebbene questa sembri essere la prova più forte finora che ci sia vita “là fuori”, è ancora troppo presto per giungere a conclusioni definitive e pertanto serve ancora molta cautela.

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Scoperti nuovi pianeti: un universo sempre più ricco di sorprese

Queste tre scoperte, molto diverse tra loro, ci ricordano una cosa semplice e potente: l’universo è molto più vario e creativo di quanto immaginassimo. Ogni nuovo pianeta ci insegna qualcosa di nuovo su come funziona il cosmo — e, forse, anche su come è nato e si è evoluto il nostro stesso mondo.

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