Il 6 maggio è stato un giorno particolarmente significativo per SpaceX, in cui sono avvenuti ben tre eventi degni di nota. In primis perché ricorre l’anniversario (considerando l’ora italiana) del primo atterraggio avvenuto con successo del prototipo Starship SN-15 (in realtà un atterraggio era già avvenuto con SN-10 ma poco dopo si verificò un’esplosione per complicazioni postume alla manovra di landing). Veniamo dunque al secondo evento, che ha a che vedere in piccola parte con la recente missione di Samantha Cristoforetti.
Dopo l’operazione di undocking dalla ISS avvenuta la notte del 5 maggio, il mattino seguente alle ore 06:43 (ora italiana) è avvenuto lo splashdown della capsula Crew-3 con gli astronauti della missione Expedition 66, che hanno passato il turno agli astronauti della Crew-4 (missione Expedition 67) approdati alla Stazione Spaziale il 28 aprile, tra i quali vi è appunto anche la nostra AstroSamantha. L’ammaraggio è avvenuto nella costa della Florida, più precisamente a largo della città di Tampa, che ha segnato il ritorno della capsula Endurance sulla terra. L’equipaggio era composto dall’astronauta tedesco dell’ESA Matthias Maurer e da tre astronauti della NASA Raja Chari, Thomas Marshburn e Kayla Barron.
Il nome “Endurance” per Crew 3, Una coincidenza?
È da menzionare il nome scelto per la capsula, “Endurance”. Che sia voluto o meno, Endurance è lo stesso nome dato al veicolo spaziale mostrato nel film Interstellar. Pensando alla manovra di docking che la capsula Dragon ha effettuato sulla ISS, come non si può richiamare alla mente una delle scene più ricche di pathos dell’intero film, quella in cui Cooper a bordo di un Ranger cerca di forzare la procedura del docking in condizioni estreme per recuperare il controllo dell’Endurance messo fuori uso dal dottor Mann. Ovviamente ci si auspica che un tale scenario non avvenga mai con la ISS, perché le attuali procedure di attracco (simulabili anche tramite software) non consentirebbero una facile manovrabilità e porterebbero gli astronauti ad effettuare un rientro di emergenza.
Dopo i tre storici nomi scelti per le capsule Dragon “Resilience”, “Endeavour” ed “Endurance”, si aggiunge ora anche “Freedom” a completare il quartetto magico di SpaceX. E infine, a concludere la giornata in bellezza, c’è stato un nuovo lancio di 53 satelliti per la catena Starlink, utilizzando come primo stadio del vettore Falcon 9 lo stesso utilizzato per la missione Demo-2 con i primi due astronauti lanciati sulla ISS da SpaceX e poi per altri 10 lanci successivi, diventando il terzo razzo ad essere riutilizzato per la dodicesima volta. Di questo lancio potete vedere gli Highlights all’interno del video qui postato proveniente dal mio canale Youtube.
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