DON'T LOOK UP

DON’T LOOK UP: il commento al disaster movie con Leonardo DiCaprio

Abbiamo visto DON’T LOOK UP, il Disaster Movie atipico scritto e diretto da Adam McKay, con Leonardo DiCaprio tra i protagonisti, questo il nostro breve commento.

La scheda

Don’t Look Up è un film del 2021 scritto e diretto da Adam McKay. Nel cast, oltre a Leonardo DiCaprio nei panni del dott. Randall Mindy, trovano tra gli altri spazio Jennifer Lawrence (dott.ssa Kate Dibiasky), Rob Morgan (dott. Clayton “Teddy” Oglethorpe), Meryl Streep (presidente Janie Orlean), Jonah Hill (Jason Orlean), Cate Blanchett (Brie Evantee), Tyler Perry (Jack Bremmer), Mark Rylance (Peter Isherwell), Timothée Chalamet (Yule), Ron Perlman (colonnello Ben Drask) e Ariana Grande (Riley Bina).

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La trama

La Dottoranda Kate durante le sue osservazioni astronomiche scopre l’avvicinarsi di una cometa. Il suo professore Randall, calcolando il suo percorso, capisce che il corpo celeste è in rotta di collisione con il nostro pianeta. Purtroppo le dimensioni della cometa sono tali da provocare la completa distruzione della vita sulla Terra così come la conosciamo.

Il commento

Prendete un regista altamente corrosivo come Adam McKay (“Vice” l’avete visto?). Pensate a una commedia… oh Dio, noi diciamo commedia perché per toni, tempi, modalità, sembra appartenere al genere… ma se vi dico che siamo più nel campo dell’horror che altro, datemi retta… al vetriolo.

Una satira estremamente cattiva, dissacrante, non per questo meno autentica e realistica. Avrete uno specchio dei nostri tempi, “Don’t look up”. Lo trovate su Netflix, ma vabbè… lo sapete tutti. C’è un cast di stelle, Di Caprio, Lawrence, Streep, Blanchett, Rylance e così via. E anche questo lo sapete tutti. Leggendo in giro per la rete, ho notate delle opinioni… come dire, negative… ma non importa questo, può piacere o meno… ma negative per delle aspettative sbagliate, ecco. C’è chi voleva un film “serio”. E “Don’t look up” serio lo è per davvero, sia ben chiaro. Ma ha il suo modo di esserlo. Il riferimento principale è “Il dottor Stranamore” di Kubrick, per dire.

Film attualissimo, “Don’t look up” narra di una cometa in rotta di collisione verso la terra. C’è il rischio dell’estinzione dell’intero genere umano. Ora, questo farebbe pensare anche a una sorta di parodia del disaster movie alla Roland Emmerich. Ma no, assolutamente. Non è il lato “action”, quello predominante. Ma quello politico, e soprattutto quello mediatico.

“Don’t look up” è di fatto il film che più di ogni altro, ad oggi, rappresenta perfettamente il modello streaming cinematografico, e l’impatto sociale e non solo, della divulgazione e modalità di divulgazione delle notizie. Non conta il fatto. Conta se può essere commentato. Conta quanto clamore può suscitare.

L’ironia in Don’t Look Up

E si dà il via al circo mediatico, nel quale McKay sguazza e non risparmia nessuno… IRONIA:

  • sulla presidente Streep che interpreta una stupida versione femminile di Trump.
  • sui media che commentano la notizia, aprendo il dibattito a chiunque e chiunque si sente in diritto di dire la propria, anche se non potrebbe e dovrebbe.
  • sul sex appeal degli studiosi che possono essere presi sul serio.
  • che si fonde nella narrazione, attraverso la scelta dell’ipertestualità tipica dei prodotti moderni.
  • sul confronto tra esperti e negazionisti (!!!).
  • amara, definitiva, su una razza umana che riesce a non prendere sul serio nemmeno il rischio concreto, dell’estinzione.

Questo il pregio caratterizzante, ma forse anche il difetto limitante del film. L’esasperazione, l’esagerazione, specie quando lo stesso film è parte integrante di quel sistema che mira a colpire nel profondo, come un gatto che si morde la coda, seppur consapevole…e con qualche lungaggine di troppo.

In conclusione

Possiamo dire che “Don’t look up” svolge il suo compito di critica sociologica paradossale e comica, filtrata dai mezzi di comunicazione?… a tratti si. A tratti il film diverte davvero, non lo nego. Ma quando ti accorgi che il film è praticamente tutto così, che non cambia marcia, che non evolve pur mantenendo il suo spirito…ma sono due ore e passa di sberleffi (anche ben riusciti), ti domandi quanto peso ha e quanta autorevolezza ha una simile operazione. C’è un forte e controproducente effetto saturazione.

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Indubbiamente è da consigliare e maneggiare con cura. Il cast è eccellente, ripeto… Mark Rylance versione Musk mi ha fatto spaccare dal ridere, e ho perdonato pure qualche eccesso.

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