Come in ogni Viaggio che si rispetti, bisogna cominciare dall’inizio, ovvero dal 23 novembre 1963, quando Doctor Who debuttò sulla BBC.
Lo scopo della serie, il cui principale creatore fu il produttore canadese, e uno dei maggiori pionieri della televisione britannica dagli anni 50 ai 60, Sydney Newman, era di intrattenere un pubblico di famiglie esplorando fenomeni scientifici e anche momenti importanti della storia, in modo da unire il divertimento all’istruzione.
Vennero prodotte ventisei stagioni, ma il calo di ascolti e anche di interesse da parte del pubblico a causa di episodi con trame un po’ deboli, costrinse la BBC a sospendere Doctor Who nel 1989, promettendo però che un giorno la serie sarebbe tornata.

William Hartnell fu il primo interprete del Dottore e se non fosse stato costretto ad abbandonare il ruolo nel 1966 per motivi di salute, non sarebbe mai nata l’idea della rigenerazione totale del personaggio. Fu proprio Hartnell a scegliere come suo successore Patrick Troughton, che ritrovò nel 1972 nella prima macrostoria in occasione del decimo anniversario della serie, The Three Doctors, nella quale collaborano con il terzo interprete del Dottore, Jon Pertwee, che è stato anche il primo ad apparire a colori.
I dottori a “colori” della serie Classica
Nel 1974, è il turno del Quarto Dottore, ancora oggi considerato uno dei migliori, se non il primo, ovvero Tom Baker. Il suo Dottore è noto soprattutto per l’inconfondibile sciarpa lunga e colorata e il cappello dall’ampia tesa. Nella serie classica è stato l’attore che ha ricoperto il ruolo per maggior tempo, per ben sette stagioni fino al 1981 e anche l’unico ad apparire nello speciale dei 50 anni di Doctor Who nella nuova serie.
Il successore di Baker sarà il primo interprete del Dottore più giovane (almeno fino all’arrivo di Matt Smith nel 2010), Peter Davison, il quale rivelò molti anni dopo di apprezzare di più la nuova serie rispetto a quella in cui ha lavorato lui, probabilmente per le storie più movimentate a differenza di quelle in cui lui ha recitato.
Nel 1984, Davison venne sostituito da Colin Baker (non aveva alcuna parentela con Tom!) nei panni del Sesto Dottore. Fu il secondo attore, dopo Troughton, a debuttare in una stagione cominciata da un altro Dottore. Durante la sua esperienza sul set, la serie venne criticata come troppo violenta e venne costretta ad una pausa di diciotto mesi. Questo portò l’attore a scegliere di non girare la scena della sua rigenerazione in un nuovo Dottore. Così i produttori la spostarono nei primi minuti del primo episodio della ventiquattresima stagione, uscita nel 1987.
Il settimo interprete del Dottore, Sylvester McCoy, fu il primo scozzese ad interpretare il ruolo, ma anche l’ultimo della serie classica. L’attore ebbe modo di riprendere brevemente il ruolo all’inizio del film televisivo quando si rigenera nell’Ottavo Dottore.

Il merito del successo di Doctor Who da quel 23 Novembre del 1963
Pur con alti e bassi, il Dottore non fu l’unico personaggio a portare Doctor Who al successo. Il merito va anche ai suoi compagni di Viaggio, femminili per lo più, molti dei quali lo hanno anche visto rigenerarsi davanti ai loro occhi. Merito anche ai cattivi, in particolare i Dalek, ovvero degli alieni che si muovono tramite degli apparecchi metallici forniti di un peduncolo oculare simile ad un telescopio e passano la maggior parte del loro tempo a cercare il Dottore, ma anche umani e alieni che non fanno parte della loro razza, per sterminarli e dominare l’intero universo. I Dalek portarono la BBC al primo grande sviluppo del merchandising.
E non dimentichiamo anche il Maestro, ovvero la nemesi del Dottore, anch’esso interpretato da vari attori sia nella serie classica che in quella nuova, ma questa è un’altra storia…
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