L’Agenzia spaziale americana (NASA) e l’Agenzia spaziale europea (ESA) stanno collaborando a una missione congiunta, la più complessa nella storia dello spazio, con il fine ultimo della ricerca delle prove dell’esistenza della vita sul Pianeta Rosso, sia passata che presente, riportando alcuni campioni di suolo marziano sulla Terra entro l’anno 2031.
L’ambizioso piano, dal costo ottale di circa 7 miliardi di dollari (l’ESA finanzierà il progetto per circa 1,500 miliardi di Dollari), sarà combinato con la missione USA Mars 2020, in partenza entro luglio prossimo.
Il Mars Sample Return (MSR), così è stato chiamato il progetto, è già stato approvato dalla NASA e dovrebbe ricevere il via libera questa settimana da tutti i 22 Stati membri europei dell’ESA riuniti a Siviglia.
Il rover “Mars 2020” arriverà nel 2021 nei pressi dell’antico cratere jazz dell’emisfero settentrionale del pianeta. Il veicolo robotico perforerà le rocce, raccoglierà i campioni per immagazzinarli in speciali contenitori metallici ben sigillati che verranno quindi depositati in diversi punti specifici sulla superficie di Marte. Nel 2028 un secondo rover, costruito dall’ESA e alimentato a energia solare, partirà dalla Terra per raggiungere il nostro roccioso vicino, raccoglierà i 30 contenitori e li ricovererà in un contenitore dalle dimensioni di un pallone da calcio che verrà caricato su un razzo della NASA, pronto per essere lanciato nell’orbita marziana. Il contenitore, con all’interno i campioni, sarà portato a bordo della nave robotica già in orbita “Earth Return Orbiter” che alla fine tornerà sulla Terra con il suo prezioso carico.
Se tutto andrà bene e, a dire il vero, data la complessità delle operazioni molte cose potrebbero andare storte, la capsula con all’interno i campioni marziani verrà paracadutata in una zona specifica dello stato dell’Utah nel 2031. I campioni saranno quindi studiati in laboratori ad altissima sicurezza, onde evitare contaminazioni terrestri, con la speranza che questi sforzi, non solo economici, possano portare alla certezza che su Marte, in un lontano passato, possa essere esistita la Vita, senza dover per forza escludere che alcuni microbi possano ancora resistere alle condizioni proibitive esistenti ora su questo affascinante nostro vicino.
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