Star Trek: Discovery 411, la recensione dell’episodio “Rosetta”

La Discovery cerca di decifrare la sua “stele di Rosetta” per un disperato tentativo di un primo contatto ancora pacifico con la specie aliena 10-C!

Un disperato tentativo di trovare le basi per generare un efficace primo contatto con la specie aliena 10-C. Il tutto poco prima dell’imminente distruzione di buona parte del quadrante Alfa ad opera dell’anomalia della materia oscura. Ecco su cosa si basa l’undicesimo episodio di Star Trek: Discovery 4.
La serie creata da Bryan Fuller e Alex Kurtzman è disponibile sul canale Sci-Fi della nuova piattaforma streaming Pluto TV. L’appuntamento è alle ore 21,00 di ogni venerdì, in replica sempre alla stessa ora nei due giorni successivi. Ecco la recensione di Star Trek: Discovery 411, “Rosetta” .

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Star Trek: Discovery 411, “Rosetta” – La trama (no spoiler)

In Rosetta il Capitano Michael Burnham (Sonequa Martin-Green), l’ufficiale Keyla Detmer (Emily Coutts), il Dott. Hugh Culber (Wilson Cruz) e il Signor Saru (Doug Jones) sono impegnati in una pericolosa missione su di un pianeta alieno ora abbandonato ma che, tempo prima, aveva ospitato la misteriosa specie aliena 10-C. Questa civiltà altamente progredita è responsabile della creazione della devastante AMO, l’Anomalia della Materia Oscura in procinto di altri fare grossi danni nella galassia conosciuta. Nel frattempo Tarka (Shawn Doyle) e Book (David Ajala) riescono segretamente ad infiltrarsi all’interno della USS Discovery: l’obiettivo è di far in modo di rendersi invisibili a Zora, l’intelligenza artificiale della Discovery, al fine di entrare insieme alla nave della Federazione nella zona in cui vive la specie dei 10-C e “spegnere” l’energia che genera l’AMO.

La recensione di Star Trek: Discovery 411, “Rosetta”

Il titolo di Rosetta fa riferimento alla famosa “Stele di Rosetta”, la lastra di pietra risalente al 196 a. C.. Questo importante reperto storico, attraverso la comparazione delle diverse grafie presenti su di esso (greco antico, demotico e geroglifici), ha permesso di comprendere il significato dei geroglifici.

E quello che la spedizione capitanata da Burnham trova sul pianeta abbandonato rappresenta proprio la “stele di Rosetta” che potrebbe consentire di scoprire come comunicare con la specie che – involontariamente o meno – sta per distruggere pianeti come la Terra e Ni’Var.

Assorbita l’iniziale delusione per l’ennesimo piccolo passo in avanti verso il primo contatto con la 10-C, l’episodio risulta essere un’affascinante esplorazione di un pianeta che vagamente ricorda Marte e sul quale gli umani scoprono una particolare modalità di comunicazione basata sulla biochimica, attraverso la quale avvertire sensazioni e percepire emozioni.

La ricognizione della squadra sul pianeta offre anche l’occasione per una esplorazione “interiore”, quella dell’ufficiale Detmer, del cui passato si scopre qualcosa di più.

Scritto da Terri Hughes Burton e diretto da Jeff Byrd in coppia con Jen McGowan, Rosetta però presta il fianco nella trama secondaria, con la presenza sulla Discovery dei due fuggitivi Book e Tarka che – in maniera per la verità poco credibile – origliano gli ufficiali della nave. Così come sorprendente ma poco convincente è la sorpresa finale che coinvolge un altro bel personaggio a cui finora è stato dedicato fin troppo poco spazio, l’Ingegnere capo Jett Rino (Tig Notaro).

In conclusione…

Tra alti e bassi, la trama principale, legata all’AMO e al “primo contatto” con la razza aliena denominata 10-C, sta per arrivare alla conclusione. Quando Discovery si ricorda di essere una serie appartenente al franchise di Star Trek, allora diventa davvero avvincente. Come nel caso dell’esplorazione sul pianeta abbandonato dai 10-C, in cui risulta interessante la ricerca scientifica di elementi che possano consentire di interagire con la razza aliena.

Probabilmente la trama orizzontale di questa quarta stagione si sarebbe potuta anche condensare in meno episodi, per mantenere alto il ritmo e l’interesse. Ma c’è ancora speranza che il ridurre tutta la soluzione del problema ai soli ultimi due episodi non si rilevi un clamoroso flop.

Guarda la live dedicata al commento dell’episodio di Star Trek: Discovery 411, “Rosetta”:

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