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The Book of Boba Fett: considerazioni e libere divagazioni sulla Serie Star Wars

Ed eccoci di nuovo qui, come promesso, per affrontare i flame accesi nel fandom dall’appena conclusasi The Book of Boba Fett prima serie live action ad aver avuto il non facile compito di rendere protagonista, per la prima volta, un personaggio, seppur comprimario, della trilogia originale.

Data l’inflazione di recensioni che, come sempre, intasano i social, mi limiterò a esprimere il mio personale ok o pollice verso sulle principali polemiche che hanno interessato The Book of Boba Fett per il più stellare dei “questo si e questo no”.

Capitolo 1: elmo si, elmo no

ovvero: Boba Fett senza casco è ancora Boba Fett?

Bisogna considerare che un personaggio protagonista di una sua storia è alquanto difficile da gestire senza un volto ben definito a cui fare riferimento. E “The Mandalorian…?” Appunto, l’eccezione che conferma la regola.

Dopo il successo di “Mando”, con la serie incentrata su un riuscitissimo Din Djarin “scafandrato”, un Boba Fett perennemente oscurato non sarebbe risultato che un clone del primo, anche se la realtà sarebbe stata esattamente il contrario.

Immaginate poi, magari, una serie “scafandrata” su Bo Katan; potremmo ritrovarci, in men che non si dica, con i Power StarWars Rangers.

“Cosi’ però svaniscono il fascino e l’alone di mistero che ammantavano Fett…”, hanno obiettato in molti. Vero? Signori, lo avete protagonista di una serie tv, cosa pensate ci avrebbero non dovuto raccontare…?

Boba senza elmo: necessariamente?

Capitolo 2: Boba si è rammollito

Non vi piace l’evoluzione del personaggio? Legittimo, ma non per questo la storia narrata puo’ essere accusata di incongruenza con la natura (in realtà ancora poco delineata) di un personaggio sopravvissuto al Sarlacc… che qualche riflessione sulla sua vita fino a quel momento l’avrà poi anche fatta…o no? Del resto, una serie gangstermovie su un Fett pre Sarlacc avrebbe avuto senso… pre Sarlacc, appunto, in un quadro narrativo ben definito dalla presenza dell’Impero(e magari un giorno ce la regaleranno come prequel che non sarebbe neppure male).

Personalmente apprezzo l’intuizione di far passare la crescita “morale” del cacciatore di taglie attraverso il recupero (morale anch’esso) dei sabbipodi (me lo si conceda), specie storica della Saga, in un omaggio questa volta al Western non spaghetti ma made in USA, per intendersi quello però di denuncia sociale e storica, con un Fett, novello Muad’Dib che, prima o poi, potrebbe rivelarsi artefice della riunione delle tribù di Tusken storicamente bistrattate, ma staremo a vedere… Del resto, per smentire i disfattisti, la convalescenza di Fett procede bene, e ce lo mostra la bellissima scena in cui l’ex cacciatore di taglie si prende cura dei Bikers creduti responsabili del massacro “suo” villaggio. Beh, quell’espressione di Temuera vale da sola Fett e il prezzo del biglietto.

Capitolo 3: i Bikers Graffiti

La presenza della gioventù bruciata cibernetica arruolata da Fett, la cui comparsa nella Saga viene attribuita dai piu’, a un omaggio all’adolescenza di Lucas nella provincia americana dell’epoca, periodo già celebrato dal Maestro in American Graffiti, non è sufficiente a giustificarne cromatismi non appartenenti a una Saga che ha fatto di sangue, lacrime e soprattutto sabbia e polvere, uno dei propri principali tratti distintivi, a segnare un confine con tutto quello che la fantascienza cinetelevisiva aveva mostrato esteticamente fino al 1977. Quello che puo’ aver avuto un senso sulla maestosa Naboo, non ne ha assolutamente qui su Tatooine.

Bikers Graffiti (esteticamente) assolutamente ?

Capitolo 4: Telefilm o videogame?

L’ultimo episodio della serie, è stato “legittimamente” paragonato, nella parabola della sua dinamica visual/narrativa, a un videogame. Beh, nonostante si debba assolutamente riconoscere come la fiamma dei videogame abbia tenuto accesa la luce della speranza negli anni di oscurantismo della Saga, considerando il budget e i mezzi moderni a disposizione, desidererei qualcosina in piu’ di una passeggiata un tantino 2D tra le vie di Mos Espa come hai tempi di TPM (Lucasart) già avvenne, con il buon Quin Gonn che, tra un quadro e l’altro, se la dovette vedere con la criminalità locale.

Taglio videogame: assolutamente ?

Capitolo 5: Dov’è Boba? Perché Mando?

Ma guarda! Il Mandaloriano, con un intero episodio a lui dedicato. E…Ciuuuuuno❤️, Ashoka❤️❤️, Luke❤️❤️❤️, ma cosa c’entrano con Boba Fett? Beh, chi si pone questa domanda, in merito alla nuova strada intrapresa televisivamente dalla Saga, ha una concezione poco coerente con la sua vera natura. Favreau e Filoni stanno mettendo a frutto l’esperienza, per altro trionfale, dell’innovativo MCU (ora anche TV), cosa che se la Disney avesse deciso di fare precedentemente, le avrebbe risparmiato (e ci avrebbe risparmiato) la penosa esperienza della trilogia sequel.

Come ho avuto modo di sottolineare altrove:

“…La natura della galassia Star Wars differisce dall’universo Marvel in un carattere primario fondamentale. Il MCTVU è stato sviluppato esattamente come la sua controparte cartacea, ovvero prendendo le mosse dai singoli personaggi (dalle singole serie) che hanno costituito le basi del cd condiviso. In Star Wars invece la situazione è diametralmente opposta: si parte da una vicenda condivisa per andare a delinearne il corollario. In molti perdono di vista il fatto che non siamo in presenza di piu’ saghe, quella di Boba Fett, del Mandaloriano o degli imminenti Ashoka e Obi Wan…”.

Concludendo

Ben vengano quindi Il Mandaloriano, Grogu, Skywalker, Ashoka, Ciuno e via discorrendo in Boba Fett, perché anche Fett, Fennech, Santo, Vanth e la loro ciurma torneranno da comprimari nelle altre serie. Scorretto lanciare l’assist per il Mandaloriano 3 con un intero episodio (in realtà due) a lui regalati in The Book of Boba Fett? Possa piacere o meno, si tratta solo di un peccato veniale. Quello che Filoni e Favreau stanno provando a raccontarci sono i dettagli di una unica opera portante, non esente certo da difetti, ma sicuramente coerente con la natura della Saga.

“Fare o non fare, non c’è provare!” (cit. da L’Impero Colpsice Ancora)

Signori e Signore: benvenuti in Star Wars!

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