Everything Everywhere All At Once

Everything Everywhere All At Once: Nel Multiverso con Michelle Yeoh

Torna nei cinema Italiani Evelyn Quan Wang, la storia di una donna capace di saltare da una dimensione all’altra del multiverso

Il Film

Everything Everywhere All At Once, uscito in poche sale italiane lo scorso ottobre, ma solo per una manciata di giorni, è un film prodotto da A24 alla cui regia troviamo Daniel Kwan e Daniel Scheinert. Dopo il grande successo che ha ottenuto ai Golden Globes il film si appresta a tornare nelle sale cinematografiche a partire dal 2 febbraio 2023.

I Daniels – così vengono chiamati i due registi – hanno scritto anche la sceneggiatura e contribuito alla produzione insieme ai Fratelli Russo, Mike Larocca e Jonathan Wang. Nel cast troviamo la splendida Michelle Yeoh nei panni della protagonista Evelyn Quan Wang, inoltre Stephanie Hsu, James Hong, Jonathan Ke Quan e Jamie Lee Curtis.

La trama segue Evelyn Quan Wang che si ritrova convolta in un’avventura selvaggia in cui lei sola può salvare il mondo. La donna ha la capacità di esplorare altri universi che si collegano alle vite che avrebbe potuto condurre. Sfortunatamente questo suo girovagare per le diverse dimensioni parallele la trascina in un’avventura ancora più grande quando si ritrova persa negli infiniti mondi del multiverso.

Everything Everywhere All At Once

Il Commento

Visto con colpevole ritardo, se non altro perché se ne parlava e se ne parla, come di uno dei fenomeni cinematografici dell’anno. E possiamo affermare che “Everything everywhere all at once”, nel suo “piccolo”, può essere definito come il prodotto definitivo sul multiverso, che fa sparire nettamente ogni tentativo Marvel di parlarcene, descriverlo e rappresentarlo visivamente. E’ un film talmente ricco e pieno di “roba”, che anche soltanto scriverne è faticoso. Una visione probabilmente non basta, lo premetto. Ed è una visione “faticosa”, pazzesca. E’ come salire sulle montagne russe per due ore e passa di seguito, senza soluzione di continuità, senza freni, e per niente in sicurezza.

Spiazzante, “Everything every where all at once” ha la sua forza… nelle idee. Idee di sceneggiatura, brillante, creativa, capace di fondere con efficacia cultura pop, citazionismo, gusto per il cinema, tutto… e idee dal punto di vista puramente visivo. Ambizione e creatività sconfinata, e gestita(?) per quanto riguarda la narrazione, con coraggio, con sfrontatezza. E’ un film tanto cinefilo e raffinato, quanto popolare. Ritmo a dir poco indiavolato, tonitruante, rappresentazione rapsodica, frenetica. Impossibile catalogarlo, superfluo etichettarlo e definirlo. Nasce come una cosa, si sviluppa come una cosa diversa, si conclude in modo diverso ancora. Nel frattempo, vieni letteralmente trascinato in un vortice di azione, combattimenti, mostri, vendette, eroi e antieroi, mondi e altri mondi, generi diversi, visioni differenti della stessa cosa. E che è?… direte voi. Esatto, signori miei. Non è una visione comoda, facile e per tutti.

Avrete capito che parliamo di un prodotto ai confini del sovversivo. Smodato. Ipercinetico. Capace di sballottarti furiosamente per tutta la sua durata. Il lavoro dei “Daniels” alla regia è pazzesco, va detto. Un po’ Kung Fu, un po’ romantico alla Wong Kar-Wai, un po’ surreale alla Gondry, un po’ fantascienza, un po’ d’avventura… l’agenzia delle entrate, la lavanderia cinese così volutamente banale… mondi che si incontrano e scontrano per la salvezza del mondo.

Michelle Yeoh ai Golden Golden Globe
Michelle Yeoh ai Golden Golden Globe

Nel cast, brillante assai, applausi per tutti. Michelle Yeoh mattatrice e protagonista che con questo film si è aggiudicata il Golden Golden Globe come miglior attrice protagonista. Jamie Lee Curtis divertente villain. Stephanie Hsu, pazzesca. E Ke Huy Quan, l’ex ragazzino del tempio maledetto di Spielberg. Tutti bravissimi, tutti prestati al gioco. E che gioco. Sembra di essere negli anni ’80, in un periodo nel quale un budget limitato non rappresenta un limite, ma l’opportunità di sperimentare le soluzioni più ardite, imponendo un immaginario fantastico e ordinario, dalla natura artigianale e dallo spirito rivoluzionario.

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