Insomma, accantonate “guardie di Fenris”, “Qowat Milat”, psicopatiche sedicenti regine Borg e tante (troppe?) altre amenità simili (e con Discovery, tanto amata e tanto odiata serie capostipite del nuovo corso, che si appresta a chiudere i battenti) Star Trek: Picard volge al termine apparentemente con il merito di aver messo i fan tutti d’accordo: è stata un successo. Per altro Terry Matalas non se ne sta con le mani in mano e dopo aver proposto ufficialmente uno spin off (o continuazione, che dir si voglia) di Picard che dovrebbe/potrebbe intitolarsi Star Trek: Legacy ci ha già dato un assaggio di quel che potrebbe rappresentare la, speriamo, futura nuova serie.
Forse, a voler trovare il pelo nell’uovo, si potrebbe dire che pecca un po’ in prevedibilità (a prescindere dai tentativi di depistaggio, del tipo “non vedrete i Borg in questa stagione di Picard”) ma la sensazione che personalmente ho avuto nel vedere Picard 3 è stata quella di una forte volontà di rimettere a posto le cose.
Durante la prima stagione sembrava che uno degli obiettivi fosse quello di dare a Data una fine più “adeguata” rispetto a quella che il personaggio aveva avuto in Nemesis e devo dire che il sottoscritto è stato tra quelli che hanno apprezzato molto questo aspetto.
“Gli Androidi non invecchiano”, ebbe a dire Brent Spiner, forse l’Uomo Bicentenario non sarebbe del tutto d’accordo, fatto è che la soluzione settepercento di Matalas, ossia “gli androidi invecchiano” (specie se il loro desiderio è diventare umani) è indubbiamente tra gli aspetti più apprezzabili di tutta l’opera di restauro di cui abbiamo potuto godere in questa prima parte del 2023.
In fin dei conti se abbiamo potuto donare Picard di un Golem già ultranovantenne perché non fare lo stesso con Data?
Sistemato Data (e con lui Spiner che adesso quando volesse di nuovo calarsi nella parte gli saranno sufficienti le lenti a contatto), fatto fuori quasi tutto il, per me discutibile, cast delle prime due stagioni e riportata Sette di Nove al suo posto (cioè nella Flotta) cosa poteva esserci di meglio che prendere a bordo tutto il vecchio amato cast della The Next Generation?
Devo ammettere che non sempre la narrazione mi ha particolarmente coinvolto e quando succedeva avevo l’impressione che fosse già sufficiente vedere QUELLE facce per sentirsi soddisfatti, a prescindere da cosa stessero facendo o dicendo e a prescindere da cosa stesse accadendo. In effetti nel mio precedente articolo di metà stagione avevo parlato di festa intergalattica del fan service (e sottolineo ancora una volta che non è da intendersi necessariamente come un aspetto negativo) ora però sarebbe opportuno, se dovesse concretizzarsi Legacy, dare ai fan anche delle BELLE STORIE. Sarebbe opportuno e sarebbe anche ora.
I personaggi ci sono (anche se, perdonatemi, mi è suonato un po’ forzato questo figlio di Picard avuto da Beverly Crusher) e sono certamente più intriganti di quelli (almeno per ora) scartati, in primis il mio “preferito” Elnor, utile come una pianta ornamentale sulla plancia dell’Enterprise.
La nave c’è, anche se è un po’ bruttarella a dirla tutta e soprattutto: aumentate un po’ le luci, basta con sta penombra! Manca solo la serie…ma, soprattutto, manca la risposta alla domanda che TUTTI ci poniamo ormai da 4 anni: ma Narek che fine ha fatto?
Frequenze di chiamata aperte!
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