USS Enterprise NCC-1701-D: La ricostruzione della Plancia in "Star Trek: Picard 3"

USS Enterprise NCC-1701-D: La ricostruzione della Plancia in “Star Trek: Picard 3”

Tutte le informazioni sul come è stato ricostruito il set dell’iconico ponte di comando di “Star Trek: The Next Generation”

Questa terza ed ultima stagione di Star Trek: Picard ci sta regalando davvero tantissime emozioni, una delle ultime la ritroviamo nell’episodio 309 intitolato “VOX”. Parliamo del ritorno della mitica USS Enterprise NCC-1701-D che è tornata a solcare il firmamento. Non solo abbiamo visto la cara e vecchia nave di Classe Galaxy all’interno dello SpaceDock, ma gli autori ci hanno riportato nuovamente a bordo sul suo Ponte di Comando, o come nominato da noi Italiani: In Plancia.

La ricostruzione della Plancia della USS.Enterprise NCC-1701-D

La domanda che molti fan della serie si stanno ponendo è la seguente: “Quello che abbiamo visto è il set reale di TNG o è una ricostruzione ?” “È completamente reale o è costruita in parte con la computer grafica e con il green screen, come avvenne con la plancia della NCC-1701 nella seconda stagione di Star Tre: Discovery?”

Una risposta ci viene data da Terry Matalas, Dave Blass, Mike Okuda e Denise Okuda intervistati da Variety. Hanno spiegato come è stato possibile riportare sullo schermo l’iconico ponte di comando che ha fatto tuffare i nostro amati beniamini sul set che li ha visti uniti fin dal lontano 1987.

“Tutti hanno cercato di dissuaderci dal farlo, perché finanziariamente è un incubo e i tempi di produzione erano stretti. 
Al momento in cui abbiamo iniziato le riprese, stavamo ancora incollando insieme i pezzi. 
Ma non puoi avere una reunion di ‘Star Trek: The Next Generation’ senza uno dei suoi personaggi principali, che è proprio l’Enterprise.
Dalla pagina Facebook di Doug Drexler, questa fantastica immagine del dream team di Star Trek: Mike Okuda & Denise Okuda TerryMatalas Jonathan Frakes DaveBlass Liz Dean & Doug Drexler.
Dalla pagina Facebook di Doug Drexler : Mike Okuda, Denise Okuda, Terry Matalas, Jonathan Frakes, Dave Blass, Liz Dean & Doug Drexler.

Il problema per gli autori era proprio riportare nello spazio una nave che era praticamente distrutta. La sua distruzione avvenne nel film “Star Trek: Generazioni” del 1994, dove la sezione motori esplodeva intorno all’orbita di Veridiano III. Mentre la sezione a disco precipitava sulla superfice dello stesso pianeta, rimanendo là intatta. In questo ultimo episodio scopriamo che, grazie alla prima direttiva (di non interferenza con le culture non ancora sviluppate che abitano Veridiano IV), la sezione a disco è stata recuperata dalla Flotta Stellare. Geordi La Forge si è poi occupato del restauro della nave completa, prendendo pezzi da altre navi di classe Galaxy dismesse.

Ma ora torniamo all’argomento dell’articolo. Seppur il Set della plancia fu utilizzato per ben 7 anni, dal 1987 al 1994, così come nel lungometraggio “Generations” del 1994, le linee guida per la costruzione erano scarse per lo scenografo Dave Blass e il direttore artistico Liz Kloczkowski, che ha guidato il progetto.

Dice Blass: “Corre voce che ci sia un magazzino da qualche parte che ha tutta questa roba di ‘Star Trek’, ma ciò che esiste non è molto.
Ci Siamo immersi profondamente guardando ogni foto mai scattata e ogni screencap del ponte, e abbiamo avuto un gigantesco muro di ispirazione sul retro del palcoscenico con foto di ogni singolo dettaglio, in modo che tutti potessero vedere che ci abbiamo pensato bene.

Blass si è rivolto ad altre risorse della vecchia guardia di “Star Trek”, Mike Okuda e Denise Okuda, che lavorarono come consulenti scenografi per TNG a fianco d Herman Zimmerman.

L’Enterprise di ‘The Next Generation’ è stata la prima Enterprise in cui sono stato il principale progettista grafico”, afferma Okuda. 
“Ho avuto modo di lavorare con il creatore di ‘Star Trek’, Gene Roddenberry, per dare vita a quella plancia. . . Ma anche con quella profonda conoscenza ed esperienza, trovare i materiali originali per ricostruire il ponte si è comunque rivelata una sfida scoraggiante. . . La prima cosa che abbiamo fatto è stata andare in garage e tuffarci nelle scatole e vedere cosa avevamo ancora. Avevamo alcuni disegni e opere d’arte originali, ma gran parte di essi sono scomparsi. Ti rendi conto che dovrai ricostruire molto di tutto questo da zero.

Ci sono voluti tre mesi e un team di circa 50 persone per ricostruire completamente il ponte, che era una costruzione fisica e non realizzata su uno schermo verde o in Computer Grafica. Misurava esattamente come il set originale: 50 piedi di larghezza e 100 piedi di lunghezza.

Tutto questo lavoro è stato in aggiunta a ogni altro set costruito per le stagioni 2 e 3, che sono state girate una dopo l’altra. 

Stavamo realizzando tutti gli interni dell’astronave Titan – come il ponte, le stanze del teletrasporto, gli alloggi dell’equipaggio, i corridoi e l’infermeria. Così come la nave nemica, lo Shrike, la stazione Daystrom e i Borg. Quindi, tutto questo è avvenuto insime a tutto il resto.

Uno degli obbiettivi era ricreare l’aspetto dei pannelli LCARS, il più vicino possibile a quelli del set originale di “Star Trek: The Next Generation”. Tutto questo con l’aiuto della tecnologia odierna.

Abbiamo approfittato degli enormi progressi nella tecnologia dei display per computer nel mondo reale per apportare alcuni sottili aggiornamenti ai pannelli della nave.
Nelle stagioni di TNG, In una scena in cui uno dei nostri ufficiali utilizza l’attrezzatura scientifica, se il regista avesse voluto mostrare la scansione stessa, avremmo dovuto inserire l’animazione in post-produzione. 
Ora invece, è facile fare l’animazione e riprodurla direttamente sul set, così il cast può vederla in tempo reale”.

Difficile è stata la realizzazione dell’arco della consolle tattica dice Blass:

È una curva complessa che si inarca e cambia spessore. Puoi ottenere così tante informazioni solo da un progetto. Il team di costruzione ha stampato un piano cartaceo a grandezza naturale per stenderlo e poi ha utilizzato una serie di modelli per modellare il pezzo finale.

Ogni dettaglio è stato curato nei minimi dettagli, anche le sedie, che sono un altro elemento fondamentale della plancia dell’Enterprise-D. 

Dovevamo scolpire la forma giusta in base allo schema di base, quindi fare un’immersione profonda sui materiali giusti che hanno il colore e la consistenza giusti. Ogni sedia ha quattro materiali diversi.

Blass aggiunge che il famigerato tappeto, a cui fa riferimento Jean-Luc Picard nell’episodio – “è stato molto difficile da trovare poiché è un modello che è stato esaurito per decenni”.

Non si trattava solo della costruzione fisica della plancia ma anche l’illuminazione.

È stato complicato perché si parla di illuminazione che era molto più intrinseca negli anni ’90”, afferma Matalas. Ora abbiamo telecamere diverse in uno stile cinematografico diverso rispetto al vecchio show. Abbiamo dovuto trovare un ibrido tra il precendente stile e il nuovo con il nostro direttore della fotografia, John Joffin, e penso che abbiamo trovato un ottimo compromesso”.

Quando il cast ha visto il ponte per la prima volta, si è messo subito al lavoro.

Questa stagione è stata così ambiziosa e abbiamo avuto solo due giorni per girare le scene di plancia. È stato letteralmente, tipo, far salire tutti a bordo, avere i nostri quattro minuti di nostalgia, e poi partire al lavoro. Ma è stato tutto molto naturale per loro. È stato come essere di nuovo nel teatro di posa 8 del lotto della Paramount. Patrick Stewart ha persino eseguito la “manovra di Picard”, di cui era molto orgoglioso”.

Che fine ha fatto ora, il set della USS Enterprise NCC-1701-D?

Ci sono buone notizie a riguardo, se il vecchio ponte fu completamente smantellato, questo secondo nuovo è al sicuro. Parola di Dave Blass che ha affermato: “C’erano molte persone interessate riguardo il fatto di salvare il set. Ora, fortunatamente ha una casa negli archivi di Star Trek”. Insomma alla fine la Plancia della mitica USS Enterprise NCC-1701-D ha trovato posto, in un “museo della flotta stellare”, da qualche parte archiviato in qualche magazzino Paramount. La notizia non può che farci piacere. Chissa se un giorno vedrà la luce per poter essere visitato dai più.

Immagini articolo: Paramount+ – Variety – Dave Blass – James Cawley

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