–Il Guardiamarina Oby si girò verso la consolle ed iniziò a far danzare le sue dita sul display LCARS per impostare tutti i sistemi di puntamento verso il loro bersaglio, con la speranza di poter riprendere la navigazione verso casa dopo aver reso inermi i nemici.–

Il termine LCARS è stato coniato negli anni 80 per indicare lo stile delle schermate che venivano riprodotte sui terminali della Enterprise. In realtà, benché elaborato da Michael Okuda durante le riprese di Star Trek: The Next Generation, il sistema LCARS si può tranquillamente considerare molto più vecchio, sia perchè già presente in maniera sommaria nella linea temporale di Star Trek, sia perché si rifà a qualcosa che già è presente nel mondo reale, la stenotipia, ma andiamo con ordine….

Quanti di voi hanno, almeno una volta nella vita, letto un libro di Star Trek, partecipato ad un gioco di ruolo o, anche solo visto un film o telefilm ambientato nel multiverso creato da Gene Roddenberry?
Se avete fatto almeno una delle cose che ho elencato, vi sarete sicuramente trovati ad interagire con la futuristica interfaccia dei computer di Star Trek: l’LCARS, acronimo di Library Computer Access and Retrieval System, tradotto in italiano con “sistema di recupero e accesso “dati e funzioni” qualcosa di più complicato di una tastiera, ha il compito di snellire e sveltire le complesse procedure, trasformando intere stringhe di comandi in istruzioni semplificate da fornire al computer per ottenere una risposta immediata.

Quando Star Trek tornò a vivere, grazie a TNG, Gene Roddenberry chiese espressamente di avere una “interfaccia non eccessivamente dinamica‘, per non avere un gap tecnologico troppo eccessivo se rapportato a quanto presente ai tempi della Serie Classica.
Le prime interfacce prodotte erano delle semplici decalcomanie colorate su lastre di plexiglass, un espediente economico e che portò all’idea che i vari tasti di diverso colore e con differenti sigle (di norma tre, 4 lettere e/o numeri per tasto), permettessero la combinazione di istruzioni sulla base di configurazioni variabili a seconda della consolle, ad esempio la postazione Operazioni, conosciuto anche come OPS, presenta una configurazione con le informazioni dei sistemi generali della nave e la possibilità di attivare i sistemi primari di ciascuna sezione, senza avere visibilità sui quadri specialistici.


Durante la recente visione collettiva del sesto episodio di Star Trek: Picard, in chat su facebook sono rimbalzate alcune domande che giravano da qualche tempo tra i fan:
“Ma è mai possibile che in questi 20 anni la flotta stellare abbia abbandonato il sistema LCARS?”.
La risposta l’abbiamo ottenuta direttamente dall’analisi di alcuni fotogrammi del telefilm e degli episodi precedenti: l’interfaccia LCARS è viva e vegeta, semplicemente si è evoluta ed è andata di pari passo con la tecnologia del secolo.

Le differenze sono nettamente sensibili, un tempo apparivano i controlli sul display di una postazione operativa, tutt’attorno ai pannelli c’erano leve, levettine, pulsanti e vari relais di attivazione che permettevano di utilizzare già una serie di comandi complessi, con un minimo di operazioni manuali essenziali.
Ora l’interfaccia è diventata ancora più interattiva, abbiamo sempre le schermate touchscreen, con versioni aggiornate e moderne, come avviene ai giorni nostri con le varie distribuzioni dei sistemi operativi di uso quotidiano.

La differenza basilare è che, considerando il largo uso di dispositivi olografici, non si è più legati alla dimensione fisica dello schermo, sia perché la dimensione delle macro che personalizzano le postazioni sono a loro volta ridimensionabili, sia perché, con un semplice gesto, si possono abilitare schermate virtuali e schermate olografiche, quest’ultime sfruttano parte del sistema del ponte ologrammi, catturando la posizione delle dita e convertendola in ascisse e coordinate che il computer elabora tridimensionalmente su schermi fisici e virtuali che possono venir gestiti attorno all’operatore…. una vera e propria immersione nelle postazioni e nelle informazioni che si debbono elaborare.


Una casistica simile, ma apparentemente differente la si ha a bordo de La Sirena, dove a causa dell’enorme spazio libero , ci sono principalmente terminali olografici, proprio perché, essendo una piccola ma capiente nave, con equipaggio ridotto al minimo (il Capitano è l’unico essere biologico, con un medico olografico d’emergernza, un ingegnere olografico e via discorrendo, pertanto l’interazione umano-computer sono per forza di cose ristretti in particolare alla postazione di Cristóbal Rios, ed a richiesta, su altri terminali emulati olograficamente.
Il Capitano, senza muoversi dalla sua poltrona, può spostare nello spazio reale davanti a sé i vari terminali, impostando così i sistemi di puntamento, interrogando gli scanner e pilotando diretamente il vascello.



Sempre chiacchierando dopo la visione collettiva, alcuni spettatori hanno espresso la perplessità che anche negli uffici della Flotta Stellare potessero essere spariti i terminali LCARS, in realtà, proprio come sulla La Sirena, abbiamo una commistione di sistemi standard, con i display ‘vecchio stile’, come si vede nell’ufficio del Comandante in Capo, quando caccia in malo modo il nostro ex Capitano, e gli innovativi terminali olografici presenti sia all’esterno, dove un membro della flotta mostra un DiPadd con interfaccia olografica attiva, sia all’ingresso, dove Picard riceve il badge visitatore dopo esser stato riconosciuto su un terminale limitato all’anagrafica e funzioni di accoglienza.


Tornando in dietro nel tempo però abbiamo potuto notare una cosa interessante, il termine LCARS, come dicevo all’inizio, è nato negli anni 80 grazie a Michael Okuda, ma la sua presenza, in forma più o meno complessa, è presente anche prima, come possiamo vedere sia in Star Trek The Motion Picture, quando Kirk e Scotty salgono a bordo della Enterprise durante la fase finale del refit, la stessa cosa tesso si può dire in alcune puntate della Serie Classica, come ad esempio nel quarto episodio, ambientato sia sulla base mineraria Delta-Vega, durante l’aggiornamento della strumentazione analogica / digitale, in cui i display davano semplicemente una risposta alle indicazioni richieste tramite terminale portatile, sia sulla Enterprise stessa dove, nel medesimo periodo possiamo cominciare a vedre alcune consolle interattive coesistere con le tastiere di configurazione delle macro per le differenti operazioni (i pulsantoni e le levette storiche).
La conferma che una prima versione dell’interfaccia di “recupero e accesso dati e funzioni” potesse essere pienamente operativa anche con dei semplici tastini è quasi scontata, in effetti, più si semplifica una funzione di base, più è immediata e varia la possibilità di avere una enorme varietà di stringhe e di funzioni, che in combinazioni predefinite possono essere utilizzate virtualmente in modo infinito. La maggior semplicità per di più, permette anche una miglior implementazione nella personalizzazione e scelta dei comandi.

La parte più divertnte e curiosa relativa al sistema LCARS ed alla sua origine, è scoprire che possiamo esser fieri che alla base si possa definire gli LCARS come un prodotto nostrano dato che è direttamente discendente dalla stenografia e dalla stenotipia.

Le basi della stenografia, venivano già utilizzata ai tempi dei Romani. Marco Tullio Tirone, il segretario di Cicerone, per trascrivere i discorsi di quest’ultimo aveva infatti inventato quelle che poi furono chiamate notae tironianae, un sistema di circa 4000 simboli che sostituivano le radici verbali o le loro lettere finali: questo sistema fu poi adottato per diversi secoli finché, dopo l’XI secolo, cadde quasi completamente nell’oblio

A completare ed a ‘trasportare’ la stenografia in ambito meccanico, contribuì enormemente Antonio Michela Zucco, con la sua ‘Macchina Michela’ una sorta di macchina da scrivere con un numero molto limitato di tasti che, in versione computerizzata, viene tutt’ora utilizzata anche presso il Senato della Repubblica Italiana.
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