La Convention di Las Vegas ci ha fornito in questi giorni molti spunti per azzardare ipotesi e carpire qualche novità sui progetti attualmente in sviluppo.
Sabato sera è stata la volta di Jonathan Frakes, Jeri Ryan e Johnatan Del Arco che hanno infiammato l’entusiasmo della platea con i loro interventi…e qualche spoiler.
Analizziamo quello che è accaduto. In barba alla t-shirt che indossava con la scritta “non chiedetemi nulla, ho firmato un ADND (accordo di non divulgazione)” Frakes è stato in realtà molto loquace ed al pubblico ha dichiarato che contrariamente alla regia, ruolo nel quale si trova ormai piuttosto a suo agio, riprendere il ruolo di Riker dopo circa 20 anni lo ha impensierito un po’. Inizialmente Frakes è stato contattato per dirigere due episodi di Picard (la serie è composta da 10 episodi e ne sono stati affidati due per ogni regista) e qui parte il primo “spoiler” rivelando di aver diretto “quello in cui fa il suo esordio Sette di Nove!”. Questa breve affermazione ci da due indicazioni:
- La prima è che, essendo Frakes il regista del 3° e 4° episodio vuol dire che Sette di Nove non comparirà nei primi due;
- La seconda è che Sette di Nove dovrebbe comparire per più di un episodio, altrimenti non sarebbe molto logico dire “the one we INTRODUCE”.
Parlando della presenza di Riker, sebbene non sia ancora del tutto chiaro se rivedremo il personaggio per un solo episodio o più di uno (Frakes ha dichiarato di aver girato anche un’ulteriore scena con Picard) parrebbe che non lo vedremo prima dell’episodio 8 (informazione desunta dai giorni in cui gli attori sono stati impegnati sul set).
Quindi è stata la volta di Jeri Ryan che ha rivelato che il suo coinvolgimento è cominciato del tutto casualmente davanti a “tre o quattro bicchieri di Champagne” insieme a James Duff e Johnatan Del Arco.
Duff, che è uno dei creatori dello show, ha avuto l’idea di riportare Sette di Nove sullo schermo, naturalmente Jeri Ryan ne è stata subito entusiasta, sebbene un po’ impensierita come Frakes, anche se la conferma che sarebbe tornata è arrivata incontrando Alex Kurtzman lo scorso Settembre 2018.
James Duff ha anche persuaso Johnatan Del Arco a tornare nei panni di Hugh (o Tug, che dir si voglia) rassicurandolo che non avrebbe dovuto indossare i vestiti ed il make-up da borg (ma lo stesso Del Arco ha precisato che avrà un nuovo guardaroba e make up).
Ma più di ogni altra cosa a spaventare Jeri Ryan è stata l’idea di dover trovare la giusta voce per impersonare Sette. Come giustamente ci fa notare l’attrice, il personaggio che tutti conosciamo è una sorta di ex macchina che strappata alla collettività ha intrapreso un lungo e difficile viaggio per trovare la propria umanità. Quando noi lasciamo Sette, alla fine di Voyager, è già un individuo molto diverso rispetto al drone di quattro anni prima, tuttavia la sua voce non è cambiata. In Star Trek: Picard, invece, la vediamo presentarsi esclamando “cosa diavolo si è messo in testa di fare?!?!” e possiamo solo immaginare lo shock dell’attrice nel leggere uno script nel quale si fa fatica a rintracciare traccia del personaggio cui si era abituati.
Ed ecco che arriviamo ad un altro piccolo spoiler per quanto concerne il coinvolgimento di Sette di Nove nella serie. Jeri Ryan, parlando quindi del suo timore nel tornare ad interpretare un personaggio molto iconico ma anche molto cambiato nel tempo, ha dichiarato di essere stata molto felice che il suo approccio al personaggio sia cominciato con gli episodi diretti da Johnatan Frakes definendoli “my first two episodes”, quindi si, pare proprio che la presenza di Sette si farà sentire molto in Picard!
Anche Del Arco si è detto spaventato dal riprendere il suo ruolo, ruolo per lui denso di emotività e ricordi anche personali legati al suo essere omosessuale ed aver vissuto la sua giovinezza proprio negli anni dell’epidemia di AIDS. Nel panel della convention di Las Vegas Del Arco ha rivelato che nel tentativo di trovare una chiave per calarsi di nuovo nel personaggio ha pensato di farsi un giro del set per trovare delle idee rendendosi conto che le ambientazioni gli hanno fatto pensare ad un evento storico della storia dell’uomo.
A questo punto Jonathan Frakes ha indicato il messaggio sulla sua maglietta avvertendo Del Arco che si sta muovendo sul filo del rasoio. Non ci è dato sapere a quale evento si stesse riferendo, fatto è che nemmeno queste riflessioni lo hanno aiutato a trovare il giusto equilibrio per interpretare Hugh, il problema però si è risolto da se al primo ciak quando, come per magia, Hugh è riapparso.
L’ex Borg interpretato da Del Arco, stando alle sue dichiarazioni (ed al tempo trascorso sul set e anche fuori dal set con Patrick Stewart), sarà un un personaggio chiave della serie, presumibilmente già dal primo episodio, prepariamoci a vederlo spesso, così come i Borg in generale sebbene in effetti fino ad ora tutti gli indizi parlano si di una forte presenza Borg ma più esattamente di una forte presenza di EX borg, il tutto per altro legato ad un evento della storia dell’uomo che si richiamerebbe a tutto ciò e senza dimenticare che, tutto sommato, lo stesso Picard è un ex Borg.
Del resto anche il cubo visto nel trailer appare essere parecchio danneggiato (il colore blu che si vede, in apparente contraddizione al classico verde, in effetti viene dall’interno e dagli ampi squarci che ci sono sulla superficie).
Insomma, tentando di legare insieme i punti collegabili e facendo qualche ipotesi si può pensare che la storia girerà molto intorno ad una (o più di una) possibile comunità di Ex Borg, forse bistrattati in quanto appunto “ex-cattivi”, o addirittura oggetto di esperimenti nel tentativo di utilizzarli come armi, chi lo sa.
Stiamo fantasticando, naturalmente, ad ogni modo l’altra presenza importante sappiamo essere i Romulani ma soprattutto in tutto ciò si fa strada un grande assente (almeno fino ad ora): i Klingon. La produzione sembra veramente solida, per lo meno in linea con gli standard qualitativi che già abbiamo apprezzato in Discovery, parlando dello Showrunner Michael ChabonJonathan Frakes ha raccontato un breve aneddoto, durante una chiacchierata con Alex Kurtzman lo stesso Kurtzman ha paragonato Chabon a Mozart, la frase esatta è stata “a parte tutto, Michael è Mozart”.
Sul piano stilistico Picard sarà molto differente da Discovery (che Frakes definisce più in linea con lo stile di JJ Abrams), sarà più cerebrale, elegante, saranno letteralmente 10 film di un’ora ciascuna con ognuno la propria identità, sebbene legati insieme in un unico intreccio (ma con i soliti bagliori di luce ormai divenuti marchio di fabbrica dal film del 2009).
Insomma, l’hype cresce sempre di più, la campagna marketing procede a passo di carica e, malgrado i livelli di segretezza da blockbuster, la carne a cuocere è tanta e si fanno strada spoiler e relative ipotesi, come se non bastasse nella giornata di domani ci dovrebbe l’annuncio della riunificazione tra i diritti cinematografici e televisivi del franchise. Nota di colore, a margine del panel ha fatto irruzione sul palco John Billingsley chiedendo se alla serie servisse un Denobulano. In effetti la specie è comparsa solo in Enterprise e tutto sommato non dispiacerebbe un ritorno dell’ attore che impersonò il simpatico Dr Phlox.
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