Le serie TV di oggi sono come “relazioni su Tinder”: otto episodi ogni due anni, un modello che non permette di costruire un legame profondo con il pubblico. A lanciare la provocazione è Brannon Braga, ex autore del franchise (fino ad enterprise), nonchè uno degli autori più prolifici e influenti nella storia di Star Trek, con oltre 100 episodi e due film all’attivo. Durante un panel per il 30° anniversario di Star Trek: Voyager alla convention STLV di Las Vegas, il veterano sceneggiatore e showrunner ha espresso la sua preoccupazione per il futuro del franchise, seppur allo stato attuale non ha voce in capitolo.
Stagioni lunghe per un rapporto duraturo
Secondo Braga, il pubblico che ancora oggi segue con affetto serie come Voyager lo fa perché ha stabilito una relazione a lungo termine, resa possibile dalle stagioni da 26 episodi. “Alcuni di voi probabilmente la guardano ancora perché è confortevole, è quel tipo di rapporto che si è creato”, ha spiegato, come riportato dal sito specializzato Trekmovie. “Un rapporto basato su pochi episodi ogni due anni non è qualcosa che necessariamente tramanderai ai tuoi figli. E penso che questa sia una perdita”. Braga spera che, in futuro, Star Trek possa tornare a un formato con stagioni più lunghe e continuative.
Un dibattito nato dal pubblico
La discussione è nata in seguito a una domanda del pubblico rivolta a Kate Mulgrew (Capitano Janeway), la quale si interrogava sul perché alcune serie di alta qualità, nonostante le recensioni positive, non riescano a emergere nel panorama attuale, suggerendo che forse ci sono “troppi contenuti”. La diagnosi di Braga è stata netta: il problema risiede nella struttura stessa delle produzioni moderne.
L’era d’oro delle stagioni lunghe per Star Trek si è conclusa con Enterprise, la cui ultima stagione da 26 episodi risale al 2002. L’attuale fase del franchise, iniziata nel 2017 su Paramount+, ha stabilito un nuovo standard di 10 episodi a stagione, spesso con più di un anno di attesa tra l’una e l’altra. Pur riconoscendo le difficoltà produttive (“Come abbiamo fatto a girare 26 episodi per Voyager? È un miracolo”, ha ammesso), Braga rimpiange la profondità narrativa che quel formato permetteva.
Nessuna idea veniva scartata: il caso Star Trek: Voyager “Threshold – Oltre il Limite”
Con una battuta brillante, ha ricordato l’infame episodio di Voyager intitolato “Threshold – Oltre il limite” S02E15 — in cui Janeway e Paris superano la barriera di Warp 10 trasformandosi in salamandre — per sottolineare come, all’epoca, ogni singola idea venisse utilizzata per riempire le lunghe stagioni. “Chiaramente, visto ‘Threshold’, non c’erano idee scartate. Non abbiamo lasciato nulla sul tavolo”, ha scherzato, difendendo però parzialmente il suo lavoro: “La prima metà di quell’episodio non è male”.
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